Partendo dalla massima di Nietzsche secondo cui “ogni rapporto che non eleva abbassa”, ecco qualche riflessione sulla vita di coppia. Senza la pretesa di essere esaustiva, mi sembrano dei punti fondamentali per una relazione positiva e arricchente.
1. RISPETTO COME PARTENZA E ARRIVO
“La forma più vera di amore è come ti comporti verso qualcuno, non cosa senti per lui” – S. Hall
Il rispetto di sé e dell’altro è l’ingrediente principale per una riuscita relazione di coppia, è la presa d’atto di quanto ogni essere umano sia unico e speciale, nei suoi modi di sentire, pensare e agire.
Attraverso questo atteggiamento diamo valore e dignità ai sentimenti e alle divergenze, ci apriamo al confronto, all’intimità, alla condivisione e mettiamo alla porta giudizi e aspettative illusorie sull’altro. Inoltre, alleniamo la flessibilità mentale, aprendoci all’incertezza della vita e imparando a rinunciare ad autoinganni potenzialmente nocivi per la coppia come l’idea di perfezione, di possesso e di controllo.
Attuare questo atteggiamento nella coppia, implica esercizio, poiché spesso è facile opporre il nostro punto di vista come unico, valido e sensato, anche di fronte a chi amiamo. L’esercizio del rispetto, nei gesti, nelle parole e nei comportamenti ripaga, in quanto porta con sé una gestione funzionale degli inevitabili contrasti della vita a due, prevenendo il deteriorarsi di situazioni e del legame di coppia.
Alcune strategie utili, in tal senso, per validare entrambi i punti di vista, aprire al dialogo e al cambiamento e predisporre un clima di rispetto nella relazione sono:
– ascoltare in maniera attenta, empatica ed attiva;
– domandare, chiedere verifica e collaborazione anziché affermare, sentenziare e accusare;
– parlare in prima persona usando un linguaggio evocativo (immagini o metafore) per far sentire all’altro come ci sentiamo, anziché spiegare, puntualizzare, recriminare e predicare.
2. COLTIVARE UN SANO EGOISMO
“L’amore è lo scambio di due fantasie e il punto di incontro di due egoismi” – P. Auguez
La coppia è più della somma di due individui: è un “terzo” elemento, un incastro esclusivo e magico di corpi e chimica, di storie e sensazioni, di parole e silenzi, di gesti e speranze …e chi più ne ha più ne metta! Per essere vitale essa va nutrita e coltivata giorno per giorno da parte di entrambi.
Se i suoi confini, però, si chiudono e diventano rigidi, se i membri della coppia si fondono, o si impediscono esperienze individuali, essa perde linfa vitale e la coppia rischia di diventare un involucro sterile.
I due componenti della coppia necessitano di godere di una propria autonomia vitale, ovvero di assentarsi, assaporare momenti da soli e con altre persone, fare sentire all’altro che si sta bene da soli, costruire materiale personale per realizzarsi anche in altri contesti: in poche parole, nutrire un sano egoismo.
Il ritorno nella coppia sarà un piacere, la coppia sarà arricchita e stimolata dalle esperienze reciproche!
3. DARE È GIÁ RICEVERE
“Il piacere di piacere è il culmine del piacere” – G. Nardone
Se gli esseri umani coltivassero questa semplice regoletta, la maggior parte dei problemi relazionali si risolverebbero! Chi non ha provato sulla propria pelle l’ebrezza che provoca uno sguardo di ammirazione, il piacere derivante da un gesto di affetto gratuito e il calore da un tocco gentile? Far sentire l’altro speciale e unico, apprezzato e amato richiede di mettere se stessi in secondo piano, apparentemente, e rendere l’amore protagonista. Questo atteggiamento ripagherà, in quanto predispone l’altro a ricambiare.
Dare, in tutti i sensi, significa anche alimentare la passione, evitando il “tutto è dovuto”, pena la morte della relazione; saper coltivare l’arte del corteggiamento nella relazione, nonostante il passare del tempo, è uno stratagemma che eviterà di far scadere la relazione in routine.
In quest’ottica chi più ha più dà: in un amore sano non esistono disparità o giochi di potere. Ciò che conta è la condivisione, dove ognuno mette ciò che ha per fare stare bene entrambi, poiché come sostiene Seneca “nessun bene senza un compagno ci dà gioia”.
4. GESTIRE LA GELOSIA IN PRIMA PERSONA
“La sincerità a piccole dosi è pericolosa, a grandi è micidiale” – O. Wilde
La gelosia va gestita in prima persona, esprimendola il meno possibile, altrimenti diventa un veleno per la coppia.
Se essa viene socializzata, rischia di mantenersi e alimentarsi, fino a diventare ossessione o, peggio, paranoia, portando a sicura rovina il rapporto a due. Il modo migliore per ottenere questa ricetta fallimentare è mischiare i seguenti ingredienti: ricercare chiarimenti, fare domande, investigare e chiedere rassicurazioni al/alla proprio partner.
Cessare di voler sapere e mettere una pietra tombale sulle proprie paure è il miglior modo per ridimensionare la propria gelosia e vivere in maniera meno annebbiata il proprio rapporto di coppia.
5. RISOLVERE IN AUTONOMIA I PROPRI PROBLEMI PERSONALI
“E’ più facile vivere con qualcun altro che completare da soli se stessi” – B. Friedan
Tendenzialmente ci si cerca per compensare delle mancanze: così si formano la maggior parte dei legami affettivi e non c’è nulla di patologico in questo.
Quando però il livello individuale di sofferenza è elevato e le proprie difficoltà diventano problemi impedenti non c’è ricetta peggiore che cercare di attenuarli o risolverli tra le braccia di qualcuno! Il voler riparare ai propri problemi personali nella coppia è un autoinganno che, col tempo è destinato a rivelarsi fallimentare.
Ogni problematica o difficoltà individuale va gestita in prima persona, altrimenti si rischia non solo di farla perdurare ma, addirittura peggiorare, riversandola nella coppia e “imbruttendo” la relazione.
Il rischio, inoltre, è quello di infilarsi in una relazione di mutuo aiuto, di dipendenza affettiva o perversa, insomma, in un incastro esplosivo e disfunzionale.
Consigli di lettura:
G. Nardone “Correggimi se sbaglio – strategie di comunicazione per appianare i conflitti nelle relazioni di coppia”, Ponte alle Grazie, 2005.