“Togli il NON dalla frase NON POSSO” – S. Johnson
Punto di partenza: L’AUTOSTIMA NON SI EREDITA, SI COSTRUISCE
L’autostima può essere definita come quel senso di autocompiacimento e di valutazione positiva di se stessi. Una buona stima di sé è importantissima per una soddisfacente realizzazione personale, professionale e relazionale, tanto che, di fronte a momenti di blocco, nella nostra vita o in quella di chi ci circonda, la frase di rito è spesso: “se solo avessi/avesse più autostima!”.
Ma per capire come potersi migliorare, occorre per prima cosa sfatare qualche credenza popolare che potrebbe portare fuori strada…
IL GENE DELL’AUTOSTIMA
L’idea che un costrutto psichico come quello di “autostima” possa essere in qualche modo geneticamente predeterminato va contro ogni evidenza scientifica! È molto in voga, oggi, cercare di scovare determinanti biologiche che possano spiegare il nostro stato mentale, questo viene fatto per la depressione come per altri stati del nostro essere.
La ricerca di questo tipo però, non considera, a mio avviso, una componente fondamentale dell’essere umano, ovvero il fatto che, per noi, il cambiamento è una costante piuttosto che una rarità. Siamo esseri dinamici e ciò che ci caratterizza oggi potrebbe non rappresentarci più domani; insinuare la credenza che la percezione di noi sia data esclusivamente da come siamo stati programmati biologicamente rischia di fossilizzare la realtà e inibire la spinta migliorativa; si rischia, in sostanza di cadere nella trappola “sono nato/a così, che ci posso fare?”. Se deleghiamo al caso, siamo perdenti di sicuro.
AUTOSTIMA SI’ o AUTOSTIMA NO
L’autostima non è un valore, qualcosa che o si ha o non si ha! Non è qualcosa che, se acquisito, rimarrà invariato nel tempo. Essa è un processo che si inserisce in un continuum ed è influenzata da ciò che pensiamo, sentiamo e dal contesto in cui siamo inseriti ed è quindi mutevole come lo sono le esperienze della nostra vita. Può capitare, infatti, che in determinate situazioni siamo a nostro agio, ci sentiamo competenti e soddisfatti di noi, mentre in altre succede proprio il contrario. Ognuno di noi, quindi, vive queste oscillazioni nella stima di sé, fa parte del gioco della vita!
SE SOLO MI AVESSERO VOLUTO PIU’ BENE!
Un contesto familiare ed educativo amorevole ed accettante, che sappia favorire e rinforzare apprendimenti ed autonomie crea sicuramente un humus favorevole per lo sviluppo di una buona stima di sé ma, in definitiva, essa rimane il frutto di una costruzione intimamente personale.
L’idea che la stima che abbiamo di noi derivi da ciò che abbiamo vissuto da piccoli è, non solo ingenua, ma anche pericolosa, poiché il rischio è quello di delegare ad altri qualcosa che riguarda solo noi. L’autostima non può essere donata dagli altri! La stima di sé è una ricchezza personale, risultato di sforzi e successi ottenuti in prima persona. Mai nessun “bravo” varrà quanto un “ce l’ho fatta” nella costruzione di una solida stima di sé.
E allora come fare per potenziare la stima di sé? Passo dopo passo…
Passo 1 EVITA DI EVITARE
Se cerchi un modo per fuggire da ciò che ti spaventa o che ti sembra troppo grande per le tue capacità, sappi che fuggirai! Se parti già in anticipo con l’idea che non ce la farai, il fallimento è dietro l’angolo. Evitare di affrontare una situazione o una nuova esperienza perché non ti senti all’altezza, inizialmente ti farà sentire al sicuro, ma alla lunga non farà che minare il tuo senso di auto-efficacia.
Spesso le persone che lamentano bassa autostima usano questa strategia fallimentare, fino a relegare la propria vita all’interno di una cornice rassicurante ma poco stimolante e soddisfacente.
Il primo passo per potenziare la nostra stima sarà quindi quello di dirigere lo sguardo verso ciò che ci risuona come poco rassicurante.
Passo 2 AGISCI PER CONVINCERTI, NON IL CONTRARIO!
Non basta pensare positivamente… occorre mettersi alla prova, ora ti spiego come mai!
Allontanati dall’“autostima cognitiva”, ovvero quella modalità di auto-rinforzo intellettuale, tipica delle persone che si ripetono “sono il migliore”, “so tutto io”, “sono bravo”, nell’intento di confermarsi capaci o di incrementare la propria autostima. Questo tipo di celebrazione volontaria di sé rischia di sgonfiarsi, se non confermata alla prova dei fatti. Il pericolo è quello di farsi bastare un tale autoinganno senza verifica… questa non tarderà ad arrivare, del resto la vita è piena di sfide, e il primo fallimento farà svanire tante belle premesse come neve al sole. L’idea è di abbandonare questo tipo di modalità, e rivolgersi ad un’altra, più funzionale.
Avvicinati all’ “autostima esperienziale”, ovvero quell’atteggiamento neutrale di chi non si aspetta troppo ma si dice che per far andare le cose come si vorrebbero bisogna impegnarsi. Questa disposizione porta a fare, a mettersi alla prova, a riconoscere i propri limiti e valicarli …solo ciò che si è guadagnato con impegno e fatica acquista valore. L’autostima sarà la conseguenza naturale di ciò che si è ottenuto in prima persona con dedizione e impegno. Essa è quindi il punto di arrivo, non di partenza!
Passo 3 CONSOLIDA LA TUA AUTOEFFICACIA
Mano a mano che si sperimentano esperienze migliorative e il proprio senso di autoefficacia cresce è sempre bene tenerlo vivo orientandosi verso nuovi obiettivi e alzando sempre un po’ l’asticella! Maggiori saranno i nostri successi personali, più la percezione di sé come auto-efficaci sarà destinata a diventare duratura e stabile. Solo con l’allenamento quotidiano un primo cambiamento diventa una disposizione naturale del nostro essere.
Se poi noti che c’è ancora qualcosina su cui tiri indietro… beh, basta fare un passo indietro per compierne due in avanti!